ho’oponopono
L’Ho’oponopono è una tecnica di risoluzione dei problemi che pone l’accento sulla nostra mente come generatrice delle circostanze che ci troviamo a vivere. Per non dilungarmi troppo, ciò che semplicemente dirò qui è che veniva usata dai sacerdoti dell’antica cultura hawaiana.
L’Ho’oponopono ci suggerisce di essere al cento per cento responsabili delle nostre esperienze, che ogni situazione che viviamo risponde ai nostri stessi pensieri e credenze, in molti casi inconsci.
Ognuno di noi sarebbe naturalmente disposto ad assumere un certo grado di responsabilità in molte situazioni della nostra vita. Per esempio, molte delle nostre esperienze succedono precisamente perché noi stessi decidiamo di agire in una determinata maniera. La nostra responsabilità in questi casi è evidente.
In altri casi, tuttavia, le nostre esperienze sono la conseguenza di ciò che altre persone fanno, molte volte senza che abbiamo prima interagito con queste. In questi casi generalmente non ci sentiamo responsabili di ciò che succede.
E ci sono altri eventi riguardo ai quali siamo invece restii a riconoscerci coinvolti, quali per esempio il mal tempo, l’andamento economico del nostro Paese o l’apparizione di una nuova malattia.
Il nostro “senso comune” ci permette di discernere chiaramente quelle circostanze che dipendono da noi da quelle che succedono senza che possiamo fare qualcosa per provocarle o evitarle.
Tuttavia, l’Ho’oponopono ci suggerisce di essere al cento per cento responsabili di ogni situazione che ci accade o che semplicemente osserviamo al nostro intorno. Compreso qualsiasi evento di cui abbiamo conoscenza.
Questa idea contraddice la logica più elementare che abbiamo appreso, accettata generalmente nella nostra società. Nonostante ciò, a me e molte persone è parso che l’ottica dell’Ho’oponopono sulla realtà sia interessante e utile, e sentiamo che la pratica di questa tecnica ha cambiato in meglio la nostra realtà esteriore e anche la maniera in cui pensiamo, agiamo e ci relazioniamo.
Come applicare l’Ho’oponopono per creare una realtà migliore
Molte volte agiamo come se la realtà “esteriore”non fosse connessa col nostro mondo “interiore”, come se si trattasse di uno scenario rigido che potremmo cambiare solo attraverso qualche azione. Il nostro senso comune normalmente conferma questa interpretazione e magari ci suggerisce una strategia o piano d’azione per raggiungere le nostre mete, ma solo quelle che considera “ragionevoli”, che stima che sono a nostra portata.
L’Ho’oponopono, in compenso, propone che ogni situazione che viviamo risponde ai nostri stessi pensieri e credenze. E che possiamo modificare la realtà in modo quasi deliberato, senza dover adeguarci alle limitazioni che il nostro “senso comune” (che il nostro ego) pretende di imporci.
Senza andare troppo lontano, la pratica della preghiera, così come la propongono tutte le religioni, è una maniera di alterare la realtà da dentro di noi, attraverso un’attività mentale. Ciò viene generalmente accettato da molte persone.
E la pratica di Ho’oponopono è simile in tutto all’attività di pregare.
L’Ho’oponopono può essere applicata a fronte di qualsiasi situazione che ci risulti spiacevole. Può trattarsi di un conflito con un’altra persona, un’emozione negativa (angoscia, tristezza, ira, rancore), un problema di lavoro, una carenza materiale, ecc. Può essere inoltre applicata ai problemi di salute, ma senza dimenticare che è necessario sempre consultare il medico e seguire alla lettera il trattamento che ci raccomanda.
Nella sua forma più semplice, la pratica dell’Ho’oponopono consiste nel ripetere mentalmente “Mi spiace, ti amo” quando vediamo o sperimentiamo una situazione che non ci piace.
Dicendo “Mi spiace, ti amo” ci stiamo dirigendo alla Divinità (a Dio, se ci risulta un concetto più famigliare), e gli stiamo esprimendo che ci spiace aver utilizzato il nostro infinito potere creatore per attrarre nelle nostre vite una situazione spiacevole. E stiamo esprimendo la nostra gratitudine per aver guarito la parte della nostra mente che ha attratto questa situazione.
Invece che dire solo “Mi spiace, ti amo”, possiamo completare questa semplicissima preghiera nel modo seguente: “Mi spiace, per favore perdonami, ti amo, grazie”: Il senso continua ad essere lo stesso: riconosciamo la nostra responsabilità in relazione a ciò che succede e ringraziamo la guarigione della nostra mente.
È importante notare che ciò che chiediamo è che la nostra mente venga guarita. Non stiamo chiedendo che il problema venga risolto. Secondo l’ Ho’oponopono, l’apparizione del problema è la conseguenza di qualcosa che è presente prima nella nostra mente e che richiede di essere guarito. Invece, pregando normalmente chiediamo un cambio esteriore senza sentirci necessariamente coinvolti nell’apparizione del problema.
Un altro aspetto interessante della pratica dell’Ho’oponopono è che non cerchiamo di identificare ciò che c’è nella nostra mente che ha contribuito all’apparizione del problema. Ci limitiamo semplicemente a chiedere alla Divinità che guarisca la nostra mente e ad esprimerle la nostra gratitudine.
Dal pensiero cosciente è ben poco ciò che sappiamo sulla totalità della nostra mente. Ciò che possiamo percepire è solo l’interminabile discorso del nostro ego, questa successione di pensieri che sembra non finire mai. Ma ci sono processi molto più profondi e inconsci sui quali non sappiamo nulla e che molte volte ci condizionano e limitano.
Per questo chiediamo assistenza alla Divinità, perché da soli non potremmo identificare e sanare gli elementi della nostra mente i quali stanno convocando i problemi che a volte ci tocca affrontare.